lunedì 23 settembre 2024

LO SCHIAFFO

 


Memorabile! Si, memorabile, perché lo ricordo ancora oggi: uno schiaffo preso da una donna (mia madre compresa). L’unico della mia vita. E per cosa, poi? Per impertinenza? no, per malizia. Mi fu dato in una sera di fine settembre a Roma dove io già abitavo. Non ricordo con precisione la data, ma lo schiaffo si. Non fu bruciante anche perché lo ricambiai subito. Pensavo da meridionale, di allora,e quindi non potevo sopportare l’idea di essere picchiato da una donna. Con lei filavo da cinque mesi e la presentai anche ai miei. Mio padre fu subito gentile sezionandola col suo sguardo da risonanza magnetica. E così dopo mi disse “che gambe che ha!”. Ho condiviso perché lo sapevo grande “gambista” di donne, anche dopo il matrimonio… Mia madre, no, lei ebbe da ridire: Maria Letizia, certo, era già sistemata ma aveva cinque anni più di me, e questo non stava bene (lei era ferma alla tradizione meridionale). Per “sistemata” intendeva che già lavorava alla Sapienza come Assistente di ruolo di Letteratura greca. Proprio sul suo greco io spesso la prendevo in giro. Stava conducendo una ricerca sulla famosa Saffo, nata e vissuta a Lesbo (Grecia) poetessa raffinata con versi dedicate a molte fanciulle da lei amate (tradotte poi da Maria Letizia per una prestigiosa casa editrice) e quella sera di settembre, parcheggiati sulla terrazza del Gianicolo, domandai con un che di malizia e un poco di ironia “sei innamorata di Saffo all’infinito, ma non è che sotto sotto sei lesbica?” Pah! il ceffone! Ed io a lei pah! il controceffone. Non fiatò e neppure battette i pugni sul volante come di solito faceva per i miei sfottò “da meridionale” da lei non graditi o forse non capiti. Era lombarda e, inoltre, profondamente cattolica, quasi bacchettona. Si, eravamo proprio fatti di due culture diverse.
Un nemico del colon se la portò via. Me la ricordo ancora con affetto, nonostante quello schiaffo… meritato.
[eravamo agli inizi degi Anni '60]

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