NEL CINEMA COMBATTENTI noi Compagnucci Inseparabili (quattro più io, tutti tredicenni) siamo stati iniziati a gioie e incanti inaspettati.
Ci furono giorni che tenemmo negli occhi della mente quel seno turgido di “Gilda”. Stupenda e soda nel fare lo spogliarello coi soli guanti sulle note di “Put the Blame on Mame”! E quel suo sguardo, poi? Languido e malizioso per abbarbicarsi ancora di più al nostro cuore di adolescenti con l’aiuto di “Amado mio”, l'altro motivo insinuante che ci estasiava. Dopo anni è comparsa la foto di lei, Rita Hayworth, non più Gilda, ma donna sfigurata orrendamente dall’alcool e orrendamente invecchiata. L'ho subito strappata in mille pezzi, la foto. Non potevo accettarla. La sinuosità conturbante di Gilda era stata troppo legata alla meravigliosa scoperta dei primi esaltanti momenti del sesso. Autogestito.
E dove li mettiamo, poi, il seno e le gambe di Brigitte Bardot? Apparvero sui manifesti del film “Piace a troppi” (E Dio creò la donna, titolo originale). Scoppiò l’ ira del Vaticano di Pio XII: erano indecentemente scoperte! La macchina da guerra ecclesiastica si mise in moto in tutta Italia lanciando dai pulpiti anatemi contro “quelle gambe del diavolo che tanto danno arrecano alla purezza di cuore dei nostri cari giovani!” Noi Compagnucci Inseparabili non sapevamo che il diavolo avesse gambe così belle! E, desti. le godevamo nei sogni… Preti e benpensanti ottennero dal governo democristiano manifesti più casti. Ottennero pure che venisse cambiata la parentela dei due protagonisti maschili in competizione per conquistare le grazie di Bardot/Juliette: da fratelli nell'edizione francese, divennero cugini in quella italiana. Le forbici della censura fecero il loro dovere secondo la legge. Ma lei era troppo bella e anche se le avevano tagliato un po' di seni qua e un po’ di gambe là continuò a piacere ai mariti con mogli dalla noia consolidata, ai giovani del paese dalla sessualità repressa, e ai ragazzi come noi protesi a diventare ippogrifi del sesso.
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