…Oggi mi sono ricordato di essere nato a novembre e ho potuto identificare questa data con una precisa immagine della mia fantasia, e solo dopo aver visto la tristezza della morte con pioggia e nebbia sulle vetrate ho desiderato un prato ampio, profumato, con un albero fiorito sotto cui aspettare un amore che non verrà. Non verrà. Ed è per questo che nulla mi lega, con la tenue forza di una speranza, all’idea di una vita migliore.
Vorrei soffocare il mio cuore sotto l’albero lussurreggiante e sentire lo stormire delle sue foglie coprire tutti i rumori delle mie coscienze…”
(dal mio libro “La stanza”)
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