La familiarità con i morti era diffusa in Basilicata perché alta era la mortalità, soprattutto nelle zone più povere dell’interno dove l’igiene era poca e poco il mangiare. Non c‘erano le medicine. Ci si affidava ai santi e alla maciara. Molto elevato nei contadini era la paura della morte prematura. Il padre temeva per la sorte dei figli qualora lui fosse morto prima del tempo lasciandoli nella più nera miseria. Oppure temevano la morte dei figli adulti, braccia preziose per i campi..
Più grande era la miseria, più vivo il senso della morte. Proprio a causa di questo senso profondo scattava nei sopravvissuti un rinnovato amore per il rapito. Amore che faceva un tutt’uno col dolore, giustificandone l’intensità. In tale cornice, il periodo di lutto non poteva che essere lungo e drammatico.
Deposto il cadavere nel cimitero, nei tre giorni che seguivano, in alcuni paesi la famiglia posava sul tavolo di casa una fetta di pane, un bicchiere d’acqua e una lampada ad olio affinché di notte “quell’anima del Purgatorio” potesse tornare a nutrirsi. In vari paesi si metteva pane ed acqua ma con il significato di riuscire utile al morto nel suo lungo viaggio nell’al di là, oppure per assicurare la sua “visita” ai parenti lasciati in lacrime.
Nelle case degli artigiani e dei ‘signori’, durante le festività, e almeno per tre anni, un piatto e un bicchiere di vino erano riservati al trapassato. Venivano posti per qualche minuto davanti al suo ritratto, poi li si donavano ad un povero, accolto in un angolo dell’ingresso, perché li consumasse in suffragio dell’anima benedetta.
Cosa abituale, e drammatica, era l’appendere agli stipiti della porta d’ingresso teli neri lasciandoli al loro progressivo scolorire al sole e alla pioggia. Significava fornire al mondo il simbolo visivo di tale amore, che col tempo diveniva composto, ripiegato su se stesso, silenzioso
Con il morto, dunque, i rapporti non venivano interrotti. E uno di essi era rappresentato dal sogno. Egli andava in sogno per chiedere suffragi o per dare consigli o per preannunciare fatti lieti o tristi. Abitualmente il sogno era un grande, e spesso desiderato, momento consolatorio per il vivo.
E se a venire in sogno era la mamma morta, ciò significava che lei continuava a proteggerti “fino a la fine ri lu munn’ (fino alla fine del mondo). Per sempre.
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