Nel carcere di Potenza qualche anno fa il giorno di Pasqua ho avuto l’opportunità di distribuire, assieme ad altri cinque amici, il pasto ai detenuti. E’ stata una esperienza carica di emozione controllata. Scrissi una nota che ora la riporto, ancora con gratitudine.
LA FERTILITA’ DEGLI SGUARDI.- Siamo entrati là dove il mondo conosce il suo disincanto. Siamo entrati senza spocchia professionale. Senza verità superflue. Senza le impossibili voglie di buoni samaritani. Dentro avevamo il fervore dell’emozione trattenuta, la lieve tensione per l’incontro: ci aspettavano 54 detenuti. Per loro abbiamo apparecchiato la tavola. A loro abbiamo servito un pasto pasquale. Con loro abbiamo scambiato poche parole. Non oziose. C’era forse bisogno di conoscere i loro reati? Non eravamo lì per questo. Di sapere delle loro pene? Perché tirarle su dal pozzo della loro sofferenza. Eravamo lì per incontrare degli esseri umani e rendere fertile il nostro incontro, soltanto con gli sguardi… Gli sguardi. E ho guardato negli occhi quegli uomini senza libertà, pieni di allegria discreta, generosi di cordialità serena.
(L’iniziativa fu promossa dal Lions Club)
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