lunedì 20 settembre 2021

SERPENTE E IL CONTADINO


Contadino: “Ho sognato un serpente” /// Indovino: “Ti ha morso?” /// Contadino: “No!” /// Indovino: “Se ti mordeva avresti guadagnato molti soldi. Lo hai ucciso? /// Contadino: “No. Sono rimasto immobile, non pieno di paura.” /// Indovino: “Se lo uccidevi non avresti guadagnato una lira. Il serpente morto fa svanire il guadagno.” /// Contadino: rimase sconsolato. Allora l’ Indovino per addolcirlo narrò:

 “In principio il serpente era simile all'uomo: camminava su due piedi e ragionava. Ma commise un peccato imperdonabile: mise l'uomo contro Dio e per questo venne rinchiuso come in una prigione tutta particolare. Venne trasformato in serpente con la pelle da rinnovare ciclicamente. Non così gli occhi e lo sguardo che rimasero sempre intensi. Quindi si porta appresso quella maledizione eterna?
Il Contadino questa volta non capì e ammazzò l’ Indovino perché lo prendeva in giro. Un omicidio! Aveva commesso un’azione rivolta al male? All’inferno! all’inferno!” gli gridò un Prete e gli disse pure che doveva compiere un’azione rivolta al bene per la salvezza dell’anima. E dicendo questo convinse a farsi “donare” il pezzo di terra, pane quotidiano per il contadino. Il quale, quando si riprese dallo sgomento dell’omicidio e dalle minacce dell’inferno, disse sconsolato: “Prima col serpente, ora col prete, sempre in culo mi è andato.” 
 
(Dalla mia raccolta “Fiabe e Favole lucane” )


 

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