CI INCANTAVAMO A SENTIRLO. Ci sembrava un apparecchio venuto chissà da quali cieli lontani per portarci la musica. A pagamento, certo, e a noi bambini non era vietato scegliere il brano preferito. Bastava avere la monetina da inserire e uno più grande di noi capace di leggere il titolo della canzone che volevamo sentire e risentire.
Con le mani aggrappate ai bordi e lo sguardo a forare il plexigas luminoso guardavamo girare il disco voluto, lì a girare per farci dimenticare il mondo.
Nella nostra testa di bambini trovavamo un angolo in cui riporre il motivo musicale a lungo coltivato. E così il suono cercato e li ascoltato era sempre carico di una eccitata sorpresa.
Che importa se le parole narravano di spiagge assolate col loro “Sapore di sale”? L’importante era sognarle. Ci chiedevamo perché si insisteva tanto nel pregare “Marina,la bella mora” di non lasciarci. C’era solo lei al mondo? Ascoltavamo, ma che potevamo sapere noi bambini di come era fatto “L’esercito del surf”? E’ che ci piaceva come la cantava Catherine Spaak. Neppure pensavamo, o forse già si con la nostra piccola malizia nascente, che nel bar degli stabilimenti balneare lui e lei giravano stretti stretti “Il ballo del mattone”. Già immaginavamo che quei “24 mila baci” non erano di mamma…. E certamente non piangevamo nel sentire cantare la storia un di amore tradito e finito tra le nubi di pietra. Anzi, non ci interessava proprio e l’evitavamo.
In seguito, cresciuti, capimmo i che i tradimenti amorosi sono….
Nessun commento:
Posta un commento