AL Sud nelle ore assolate del primo pomeriggio avveniva una cosa strana: molte ANIME DI DONNE violentate ed uccise giravano per strada. Esse erano un pulviscolo della sacralità di quel mondo al quale appartenevano, l’eternità. Uscite prima del tempo dai loro corpi per violenza subita da un maschio, esse non facevano né bene né male, ma potevano portare sfortuna se li incontravi perché invidiavano chi era ancora vivo. Loro invece dovevano vagare e vagare fino a quando non fossero consumati tutti i giorni assegnati da Dio il giorno della loro nascita.
Raccontava così mia Nonna. Non ci credevo e le ridevo in faccia, impertinente, e suo figlio, mio padre, le diceva di non badare perché io ero uno scomunicato che non credevo nemmeno nella Vergine Maria. E lei a segnarsi di nuovo ma anche a dirmi che le anime delle donne ammazzate stanno sempre nei campi, in mezzo al grano per proteggerlo dai topi e dalle cavallette. Cavallette e topi quando vedono quei fantasmi muoiono di paura, loro lo sanno e perciò non vanno mai di pomeriggio a mangiare il grano ma la sera, quando è scuro scuro e nemmeno quelle anime pellegrine possono vederli. Concluse con una frase che col passare del tempo mi è piaciuta:
Tu lo sai che quando l’anima nostra esce da dentro il corpo gira in cielo, non dove sta il Padreterno, ma in quel cielo dove prima teneva casa?”
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