Pare che romanzare la vita di Gesualdo da Venosa porti
fortuna. E’ capitato a Michel Breitman col libro “Testimone nell’ombra”, 1985, (in
Italia nel 1986), Prix des Deux Magots a Parigi e ora ad Andrea Tarabbia con
“Madrigale senza suono”. vincitore del Campiello 2019. Bene!
Ciò significa che per un po’ di tempo avremo i
riflettori su Venosa più di quanto sia
successo nel 1997 col primo Convegno Internazionale dedicato alla figura del
musicista, e durato cinque giorni con la
presenza di importanti studiosi e musicologi. Organizzato da me, invitai
Glenn E. Wotkins, il più grande
studioso di Gesualdo e autore di uno studio ancora oggi insuperato. In quella
occasione parlò (ed è registrato) di un documento scoperto all’Ambrosiana di Milano
attestante il luogo (Venosa) e la data di nascita (8 marzo 1566) di Gesualdo, diversamente dunque da come si era
creduto per secoli.
Il ritrovamento di tale documento era dovuto a un
sacerdote bibliotecario dell’Ambrosiana e questo è ben raccontato nella seconda
edizione del bel libro di Antonio
Vaccaro, “Carlo Gesualdo principe di Venosa. L’uomo e i tempi” . Onore poi a Rocco Brancati per aver divulgato
la notizia in termini e tempi giornalistici.
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