– Nella mia vita sono stato anche ghostwriter (scrittore fantasma) di
alcuni ministri. Soltanto per argomenti culturali, però. Fu in un settembre che
mi trovai al seguito di un ministro
della Pubblica Istruzione per l’inaugurazione di una nuova Scuola Nautica in una
città del nord. Era fissata per le 12, ma prima, alle 9,30, era previsto un
ricevimento in Prefettura. Venne la macchina a prelevare il ministro lasciando
me in albergo con la mia Olivetti 44 per inserire alcune variazioni da lui apportate durante
la notte al discorso già pronto. Fatto, una macchina mi porta in Prefettura e
noto che si ferma lentamente all’ingresso. Un commesso in alta uniforme mi apre
lo sportello e questo fa scattare il tenente a gridare un attenti al picchetto d’onore
di marinai schierato nell’ampio cortile.
Quel
commesso quasi mi strappa di mano la borsa e allora capisco che debbo passare
in rassegna i soldati. Con passo
marziale e sciabola sfoderata il tenente viene a “prelevarmi” all’ingresso. Come
un attore col cuore a tamburo, tossisco, mi abbottono la giacca e dritto come
un fuso, avanzo con passo cerimoniale lungo il tappeto rosso, seguito a
distanza di un braccio dal tenente. Ero col fiato sospeso per l’emozione. Mi
inchino davanti la bandiera e arrivo ai piedi dello scalone, solenne col suo tappeto
rosso. Qui vengo preso “in consegna” da un giovane capitano dei Carabinieri
che, dandomi la destra e con modi gentili, mi indica lo scalone da salire.
Arrivato in cima, gli dico: “Per favore può far recuperare la borsa, c’è dentro
il discorso per il ministro.” Al che mi guarda e saputo chi ero assume un atteggiamento
familiare. Mi accompagna nella sala e quando già un notabile sta per porgermi
la mano ossequioso, il capitano gli dice dice: “No, non è lui.”
Seppi dopo
che quel “lui” era il presidente della Camera di Commercio locale eletto il
giorno prima e non ancora ben conosciuto da tutti. Gli somigliavo
maledettamente, ma non ero lui!
Però davanti
a quel picchetto d’onore ho provato l’emozione del potere.
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