FU
STRAGE ANCHE DEI ROM - Mia nonna ebrea mi diceva: “Quando fai una
cosa che credi importante suona il tamburo, ad alcuni darà fastidio,
ad altri no, ma tutti lo sentiranno”.E'
quel che succede anche per la shoah (=tempesta devastante): più
ampia è la sua celebrazione, maggiore è il ricordo delle sue
vittime. Davanti alle quali è sempre da inchinarsi in doveroso
raccoglimento. Sappiamo che a morire furono sei milioni di ebrei.
Gran parte dell'opinione pubblica ritiene che siano stati soltanto
figli di Israele. I quali da anni promuovono stampa, libri, memorie,
diari, film, servizi televisivi, dibattiti, conferenze, monumenti,
giornate della memoria. Ed è giusto che sia così. E gli altri? Si,
gli altri, perché nell'Olocausto sono state coinvolte anche altre
categorie di persone. Gli omosessuali. Gli avversari politici. Gli
zingari. Se ne è parlato sempre poco. Non spettava agli ebrei
farlo, ovviamente, bensì alle categorie interessate. Ma queste non
hanno suonato mai alcun tamburo. Per vari motivi. Non hanno i mezzi
economici. Non quelli televisivi. Non sono proprietari di giornali.
Non di banche. Non occupano posti ragguardevoli ad Hollywood. Tali
categorie sono relegate nel limbo della buona volontà di chi vuole
ricordarli. Non per questo vanno considerate vittime di “serie B”.
La morte però non fa simili distinzioni. Anch'esse hanno conosciuto
la tragedia dei forni crematori, pur se in numero inferiore
rispetto ai sei milioni di ebrei! Ma non sono i numeri a determinare
il valore di un eccidio.
Il
piccolo borghese perbenista e appiattito dall'omologazione sussurra,
e a volte, prendendo coraggio, afferma ad alta voce: che importanza
possono avere pochi migliaia di gay finiti nei forni crematori?
(qualcuno ancora oggi dice con fastidio omofobo “peccato che
[Hitler] non li abbia bruciati tutti”). Gli avversari politici? Si
sa che ogni dittatura non li tollera, perché allora meravigliarsi se
finiscono al confino? Già, ma Dachau o Buchenwald non erano simili
a un confino all'italiana, crudele si ma non tragico.
Gli
zingari. Una frase sentita durante la recente rivolta in un quartiere
periferico romano è stata: “Quello là li doveva inforna' tutti
quanni!” (per 'quello là' leggi Hitler, per 'infornà'' leggi
bruciati nei forni crematori). Siamo nel 2015 ed è forse l'inizio di
una nuova barbarie?) Oggi, nel mio piccolo, voglio suonare il tamburo
proprio per questi ultimi cadaveri per i quali il vento urla sempre:
chi si commuoverà per loro?
Consulto
alcune date nel mio archivio. Germania 1911 – Le autorità bavaresi
introdu- cono l'obbligo della rilevazione delle impronte digitali di
tutti gli zingari.
- 1929 – A Monaco viene
creato l' Ufficio Centrale per la lotta agli zingari.
- 1936 -Il Centro di Igiene
Razziale sottopone numerosi zingari – uomini, donne, bambini –
alla sterilizzazione perché ritenuti “inferiori”. Ufficialmente
avviene con il loro “consenso” (per i bambini sono i genitori a
darlo).
- 1938 - L' Ufficio di
Monaco è trasferito a Berlino e ribattezzato col nome di “Centro
del Reich per la lotta agli zingari”. Lo configurano come Sezione
della polizia criminale. In questo stesso anno sono “schedati”
21.245 zingari e 9640 nomadi non zingari. Le due categorie vengono
espulse dalle case popolari e destinate a edifici decrepiti in zone
paludose o in vecchi furgoni. Alcune città allestiscono “Campi di
segregazione per zingari”. Himmler ordina che vengano individuati
anche i ”Mischlinge”, zingari di sangue misto, nati da matrimoni
con i tedeschi. Sempre nello stesso anno la polizia criminale
comincia i suoi “arresti preventivi” e la Gestapo compie azioni
di “custodia protettiva”. Cambia il nome ma lo scopo è identico:
inviare gli zingari nei campi di concentramento. A differenza degli
ebrei, gli zingari vengono arrestati in piccoli gruppi e tutti
considerati “asociali”, quindi incompatibili col nuovo ordine
socio-politico.
- 1939 – La polizia
criminale arresta tutte le chiromanti zingare per timore che le loro
profezie possano turbare i tedeschi in tempo di guerra.
- 1940, aprile– Heydrich
ordina una prima deportazione in massa di 2.500 zingari. A maggio
altri 2.800.Nei campi tutti debbono portare al braccio una fascia
bianca con una Z.
-
1941, febbraio – Zingari e “Mischlinge” ancora presenti
nell'esercito, anche se decorati al valore, sono espulsi. In novembre
5.007 zingari austriaci conoscono il campo di Lòdz
(Polonia) ma nel gennaio successivo già 631 sono morti di tifo; 120
inviati a lavorare in una fabbrica di armi e 4.274... gasati.
-
1942, gennaio - Heydrich decide che tutti gli zingari debbano essere
deportati ad Auschwitz e sistemati a Birkenau, la parte del campo
dove sono situate le camere a gas. Vi finiscono dentro 22.700. Altri
1.583, i giovani e robusti, sono inviati a lavorare nelle fabbriche
di armi e successivamente gasati.
I
tedeschi applicano lo stesso principio sterminatore nei territori
europei occupati: dove e incontrano zingari li fucilano sul posto. In
parallelo una grande strage di zingari è compiuta in Romania (oltre
50.000) dagli stessi rumeni, allineati al Reich. Non fanno mai così
i soldati italiani nelle zone di occupazione.
Ma
basta con questo discorso ragionieristico. Gli zingari trucidati
furono in tutto circa seicento mila. Un decimo degli ebrei, ma pur
sempre come loro disonorati e annientati. Per gli uni e per gli altri
evoco la drammatica riflessione di un grande sopravvissuto, Elie
Wiesel: “Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo,
che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte
sbrancata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli
volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute
di fumo sotto un cielo muto. Mai dimenticherò quelle fiamme che
consumarono per sempre la mia Fede. Mai dimenticherò quel silenzio
notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Mai
dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia
anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto. Mai
dimenticherò tutto ciò anche se fossi condannato a vivere quanto
Dio stesso. Mai”.
Ha
suonato per ricordarcelo. Sempre.
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