Si
soffre moltissimo quando certe parti di noi stessi scappano via e
restiamo soli, privi di noi stessi, con gli occhi fuori dalle orbite,
puntati come periscopi in cerca di una sirena che ci faccia
naufragare, e la coscienza abbandonata dalle virtù che se ne sono
andate a spasso (l'onestà è in un negozio e viene coinvolta in
strani traffici; a casa di un amico, la sincerità gli fa i
complimenti per il suo libro mentendo spudoratamente; l'indulgenza è
prigioniera della vigliaccheria e si lascia andare sui cuscini di
qualche salotto, mentre la maldicenza, ne combina una delle sue; dopo
essersi bevuta un drink, la giustizia non sa più dove guardare; la
riconoscenza, frivola e sciocca, come al solito sbaglia porta andando
a trovare gli amici ricchi e dimenticando quelli poveri...) Che fare
di noi stessi quando le nostre qualità se ne vanno a passeggio?”M:
Sachs, Il sabba, Adelphi, Milano 2011.
martedì 4 dicembre 2012
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