
quasi mai mi rivolgo direttamente ad un amministratore per segnalare una qualche disfunzione degli uffici del cui funzionamento egli è politicamente responsabile. Lo faccio ora perché La conosco di persona da molto tempo e so della Sua grinta e tenacia nel perseguire gli obiettivi connessi al ruolo affidatoLe. Le voglio raccontare soltanto due casi accadutomi nell’arco di quindici anni e riguardanti la formazione.
Il primo. Venni chiamato a tenere lezioni di Linguaggio cinematografico e televisivo in un Corso di Formazione per Operatori di ripresa. Promotore: un ente che aveva nel suo organico un Giornalista noto in città. Numero degli iscritti: 15. Alle 8,30 fui lì per tenere la lezione della durata di sei ore. Presi il registro delle presenze e notai 14 firme di corsisti. Entrai nel capannone attrezzato come un set cinematografico. I corsisti? Ve ne erano soltanto quattro. Gli altri? Erano andati a prendere un caffé, mi si disse. Attesi il loro ritorno. Dopo trentacinque minuti arrivarono due dall’andatura bislacca. “Possiamo cominciare”, mi disse il Giornalista. “E gli altri?”, chiesi ingenuamente. “Verranno durante la mattinata, ma tu vai pure avanti”. Ore 11: pausa caffé. I sei corsisti rientrarono dopo tre quarti d’ora! Cominciai ad irritarmi. Ore 14: fine della lezione. Ma il termine non doveva essere alle 15,30? No, mi precisarono, si finiva sempre alle due. Ed ecco un’ altra sorpresa: entrarono otto ragazzotti per firmare il registro delle presenze (firma di uscita). Io non controfirmai.
Secondo e terzo giorno la stessa solfa. Chiamai il Giornalista e gli comunicai di rinunciare all’ incarico per etica professionale. Lui sorrise e: “Non ti preoccupare, non succederà niente. Gli altri docenti non fanno problemi …” (sic!). Preso da indignazione civile, riferii all’ assessore di turno. Effettivamente non successe niente. Ai 15 di quel Corso fu rilasciato l’attestato previsto. Tre di loro trovarono collocazione lavorativa provvisoria. Uno solo, ripeto ”uno”, ha continuato a fare il mestiere di Operatore di ripresa, prima però ha frequentato un altro corso (serio) fuori regione e ha pagato di tasca propria.
In seguito ricevetti altri inviti consimili: rifiutai, pur dispiacendomi dei quattrini che perdevo. Corsi per Filmmaker (che insegnano di tutto e di più) ne sono seguiti, alcuni buoni, altri – e in gran parte – approssimativi. Ma tutti hanno avuto un risultato: hanno dato ai giovani corsisti la certezza di aver conquistato immediatamente una professionalità da Oscar! E questo è l’aspetto più negativo che un qualsiasi corso di formazione possa dare, tant’è che se si vedono (letteralmente) i loro prodotti….Preciso: ci sono stati, soprattutto a Matera, corsi fatti con serietà, ma sono stati l’ eccezione, non la regola.
E nella regola rientra l’ultimo caso di cui voglio parlarLe. Si è appena concluso un Corso di Formazione per Operatori di ripresta cine-televisiva e Montaggio. Ne hanno usufruito 6 (sei) giovani. Uno dei corsisti è stato l’amministrazione della Società promotrice (“Che ci azzecca”, direbbe Di Pietro). Uno dei 2 docenti (si, due docenti in tutto) è il fratello del precedente e ha frequentato uno di quei cosiddetti Corsi di Filmmaker promossi a Potenza. Costo: euro 5.400 a corsista (pagati dalla Regione) più euro 600 (pagati da ciascun partecipante). Non bastasse ciò, la Regione ha messo a disposizione una struttura pubblica a titolo gratuito (ma a che titolo?) più altre attrezzature tecniche (a che titolo?).
A suggello del Corso è stato chiamato un importante, anziano regista dall’onestà universalmente riconosciuta. Ed egli rappresenta la parte nobile del Corso. La domanda, sempre pertinente, è sempre la stessa: a questi giovani è stata data una formazione o una illusione di formazione?
Propendo per la seconda, pur non escludendo la presenza di giovani bravi e ben informati, ma a titolo personale. Detto questo, credo che “non succederà niente”, come diceva quel Giornalista (anche perché i promotori del Corso sono del Suo collegio elettorale). Fino a quando dureranno questi inganni?
L’attestato loro rilasciato – sia ai giovani di questo come degli altri corsi - darà loro la legittimità a chiedere di lavorare in “Basilicata Film Commission”, carrozzone di prossimo varo ragionale? Questo sarebbe il minimo, considerati gli andazzi lucani. Il fatto è che il lavoro in una film commission richiede alta professionalità. E allora? Forse allora alcuni dei fantasiosi e conniventi funzionari del Suo Assessorato proporranno di promuovere corsi di “alta” formazione cine-televisiva, magari tenuti da “docenti” usciti dai Corsi regionali “precedenti”.
So di essere un Don Chisciotte, ma mi permetto di chiederLe: può con la Sua determinazione (le spine del suo carattere, direbbe qualcuno) emarginare i funzionari compiacenti? Creare un sistema di “controllo-qualità” sui Corsi con elementi esterni all’Assessorato? Verificare preventivamente la “competenza” dei docenti proposti? E fare altre cose che Lei già sa (ne parlammo tre anni fa) e che sanno a memoria anche le pietre lucane?
E’ chiederLe troppo? Non credo. E’ chiederLe soltanto di non permettere di continuare ad ingannare i nostri giovani.
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