domenica 18 ottobre 2009

I N T E R N I


Interno scuola media Matera - Una madre è andata dal prof. di matematica per ringraziarlo di aver messo quattro a suo figlio. Il quale, secondo la madre preoccupata, non studia nessuna materia sostenendo di essere per lui sufficiente seguire la lezione in classe. Poi si è recata dagli altri proff. pregandoli di non mettere voti facili a suo figlio. A giugno il ragazzo è stato promosso grazie alla consapevolezza colpevole dei proff., che ‘non vogliono grane con nessuno’. Il ragazzo è orgoglioso dei suoi studi. La madre è schifata della scuola.
Interno esami di maturità scuola superiore di Melfi - Tutti i ragazzi sanno che quasi la metà di loro non aveva la sufficienza per essere ammessa. “I proff. ci hanno aiutato, cioè hanno capito che il programma era difficile”, affermano grati alcuni. [il programma cui si accenna è quello dell’ultimo anno]. Uno di loro è cosciente di aver studiato al trenta per cento. Lo confermano i suoi proff. che pure lo hanno ammesso agli esami. Il presidente della commissione, curioso, lo interroga di persona. Risposte quasi zero. Ma egli rimane colpito perché “il maturando rivela una vivacità sviluppata che lo mette in condizione di percepire immediatamente la realtà che lo circonda consentendogli così di innescare una dialettica costruttiva”. Promosso.
Interno sala da pranzo da amici a Ruoti [paesino a nord di Potenza] - Inevitabilmente il discorso cade sui primi giorni di scuola. La padrona di casa si lamenta che la direttrice dell’istituto comprensivo di sua figlia non faccia entrare in classe i ritardatari di cinque minuti. Chiedo a che ora la bimba va a letto la sera. La madre infastidita: “A mezzanotte con noi perché a lei interessano molto i programmi serali e si diverte tanto quando vede Amici e Porta a porta!”. Aggiunge una spiegazione non richiesta:”Tutto il pomeriggio studia e la sera è pure giusto che si distragga un pochino, poverina. Però la bambina non può essere mortificata così da quella stupida! [della direttrice]”.
Interno festa di compleanno - Il televisore è accesso. Arriva il telegiornale e sullo schermo striscia Berlusconi. Un ragazzino lo apostrofa con un epiteto pesante. Una signora benevolmente riprende quel suo linguaggio scurrile. Lui continua con foga: “E’ l’uomo più ricco del mondo, affama i suoi dipendenti, fa chiudere le fabbriche, licenzia i professori, gli dobbiamo far scontare il 41-bis” [è il celebre articolo di legge che si applica ai mafiosi]. Alcuni presenti sorridono. La signora è di stucco: “Ma chi ti dice ‘sté cose?!” Il ragazzino della seconda media di una scuola di Potenza ha soltanto riferito con orgoglio una parte della lezione della sua prof. [nota nel creare questi problemi alla scuola].
Interno Gran Caffè, Potenza - Due ragazzi parlano della lezione d’inglese del giorno dopo. Il primo chiede all’ altro notizie sulla nuova prof.. L’interpellato: “Tranquillo, ci è andata bene! Questa che è venuta quest’anno ci ha fatto capì’ che ci dà a tutti il sei per protestare contro la Gelmini.”
Bar a Santa Maria, Potenza, ore 9 - Un gruppo di studenti, sacco in spalla, stanno istericamente manovrando i videogiochi violenti e succhiacervelli. Da come parlano sono dell’istituto per geometri. Un signore anziano sta a sorbire il caffè e, pensando d’ essere spiritoso, chiede: ‘Che fate sega a scuola?” Un ragazzo dall’aria pacifica: “Andiamo alla seconda ora…Alla prima c’è topografia…” Interferisce un secondo: “Due palle!” E il bevitore di caffè: “Ma è materia vostra, no?” Nessuno se lo fila. Capisce di dover sorbire il silenzio strafottente del gruppo ed esce. Uno di loro chiede all’altro: “Chi è sto’ rompico…..?“.
Interno di un istituto superiore del capoluogo – Entra la prof. per spiegare la Divina Commedia . Invita i ragazzi ad aprire il libro per seguirla. Lei legge i versi. Legge il commento a pie’ di pagina. Chiude il libro. La spiegazione è terminata. Comincia a parlare “dei problemi della vita”: dei diritti dei giovani, dei diritti degli insegnanti, dei diritti di…Quanti diritti!
Interno scuola superiore di Bernalda – La lezione integrativa è per le 15. La docente arriva alle 15,15. Attende. Gli studenti arrivano alle 15,30. Qualcuno finisce di fumare spegnendo il mozzicone sul pavimento. Un altro risponde ad una telefonata conversando con intimità. Parla con la ragazza. Per dieci minuti. Intanto la prof. ha iniziato la sua lezione. Tutto normale.
No comment.. Gli episodi si spiegano da soli. Riporto però, a mo’ di conclusione, un’ affermazione, certamente comune a tante ma pregnante, fatta dal celebre scrittore portoghese José Saramago nel suo recentissimo “Il Quaderno”: “Che la scuola moderna, erede della vecchia tacitamente incaricata, in mancanza di meglio, di sopperire per successive generazioni alle deficienze educative delle famiglie, sia paralizzata, nell’ accumulo di errori e contraddizioni, disorientata tra metodi pedagogici che in realtà tali non sono e che, molto spesso, non vanno al di là di mode passeggere o di sperimentazioni volontaristiche condannate al fallimento per l’assenza di maturità intellettuale e per la difficoltà di formulare e di rispondere alla domanda, a mio avviso essenziale: quale cittadino vogliamo formare?”. Già, quale cittadino vogliamo formare?




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