domenica 5 aprile 2009

LA CARNE LA FAME E L’AGNELLO



Si avvicina la Pasqua e i macellai si preparano a riempire i loro banchi di agnelli sgozzati. Ricordo un versetto biblico: “La sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c’è un soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell’uomo rispetto alle bestie” (Ecclesiaste, 3:19). Eppure, noi uomini mangiamo animali dall’era glaciale. Li ammazziamo anche per abitudine. Con la scoperta dell’agricoltura abbiamo poi accoppiato con accortezza alla carne le verdure e i cereali. Ma la mattanza continua. Dopo il secondo dopoguerra importanti biochimici e nutrizionisti hanno fornito un’ampia documentazione per dimostrare che l’ alimentazione a prevalente base di carne è dannosa per l’uomo. Prima non lo sapevamo.
Nel 1838 l’olandese Gerrit J. Mulder scoprì un composto chimico contenente nitrogeno, carbonio, idrogeno, ossigeno ed altri elementi in traccia e dimostrò che esso è alla base della vita. Lo chiamò “proteina” (=primo stadio). E’ stato poi affermato che tutti gli organismi viventi per sopravvivere debbono ingerirne una certa quantità perché le proteine sono composte da aminoacidi, i “mattoni” su cui si costruisce la vita. La catena è allora la seguente: le piante sintetizzano gli aminoacidi dall’ aria, dalla terra, dall’acqua. Gli animali ricevono le proteine dalle piante mangiandole direttamente o indirettamente, cioè ingoiando altri animali che le hanno già mangiate e metabolizzate. L’uomo può scegliere se ingerire proteine consumando vegetali oppure, indirettamente, dalla carne animale. “Non esistono quindi aminoacidi nella carne che non siano derivati dalle piante”. Prima non lo sapevamo.
L’egoismo occidentale fa fatica a capire che gli animali da carne consumano centinaia e centinaia di quintali di cereali e legumi che potrebbero sfamare milioni di persone. Guardiamo brevemente le statistiche. Prendiamo come unità di misura mille acri di terra. Essi, coltivati a grano producono 502 chili di proteine utili; a mais ne danno 504; a soia circa 500 kg; a riso generano proteine per 422 kg, ecc. La quantità di ciascuna di queste sostanze, mangiata da un bue da carne produce soltanto 55 kg di proteine utili, cioè sono presenti nella carne macellata solo il dieci per cento delle proteine e delle calorie ingerite da un animale in allevamento. Tralascio, per brevità, l’alto consumo d’acqua occorrente agli animali da macello! Qualche decennio fa ambientalisti, nutrizionisti e politici americani hanno convenuto all’unanimità che se gli USA passassero ai paesi affamati la quantità di cereali e di soia impiegata per ingrassare il bestiame da macello, cancellerebbero dal pianeta la fame e i suoi orrori. Ma tutti continuiamo a mangiare carne fregandocene della fame degli altri. Ora lo sappiamo.
Questo è l’aspetto laico. Nell’ottica religiosa ricordo che nel 1947 furono scoperte le Pergamene del Mar Morto, consistenti in manoscritti biblici risalenti al tempo di Gesù. Oggi si trovano a Londra e il loro contenuto lascia ancora perplessi studiosi anglicani e cattolici. In esse vi sono molte parti che riguardano la condanna del consumo della carne. Gesù predica innanzitutto il riguardo da avere per ogni creatura e non solo per l’uomo: “Siate rispettosi, siate gentili, siate compassionevoli non solo verso i vostri simili, ma verso tutte le creature poste sotto la vostra tutela perché voi siete per loro come dèi, a cui guardano per le loro necessità”. In questi testi Gesù condanna anche i cacciatori. Si narra che un giorno egli incontrò un uomo che addestrava i cani per cacciare le prede e poi venderle. “E Gesù lo guardò con espressione triste e disse: ‘A te mancano davvero la saggezza e l’amore superiori perché, guarda, tutte le creature cui Dio ha dato la vita hanno un proprio scopo e fine nel regno della vita, e chi può giudicare che cosa c’è di buono in esso? O quale profitto per te, o per l’umanità? Perché non è tua competenza giudicare il debole inferiore al forte, dato che il debole non è stato dato all’uomo per fargli da cibo e da divertimento…. Maledetto colui che con l’astuzia ferisce e distrugge le creature di Dio! Si, maledetti i cacciatori, perché saranno cacciati”. Non si tratta di un vangelo apocrifo, ma di manoscritti ancora soggetti allo studio dei biblisti.
Raccordandomi alla Pasqua prossima, penso che il simbolismo di Gesù come Buon Pastore e Agnello di Dio ci è familiare, ma l’agnello che noi mangiamo non c’entra con la tradizione. Domanda: l’Ultima Cena è stata una pasqua che Gesù e gli Apostoli hanno celebrato banchettando con la carne di un agnello? Gli evangelisti Matteo (26:17) Marco (16:16), Luca (22:13) non indicano esplicitamente che lo mangiarono. Esso non è mai menzionato nella circostanza e, inoltre, leggendo i quattro Vangeli, le descrizioni della serata non corrispondono al cerimoniale della cena della pasqua ebraica. Più che un banchetto con l’agnello tradizionale, si deve parlare di una “cena d’addio” che Gesù volle condividere con i discepoli. A tal proposito qualche esegeta biblico ritiene che, sostituendo il pane e il vino (simbolo della Passione) alla carne e al sangue (simbolo del sacrificio divino) Gesù abbia voluto annunciare la nuova alleanza tra l’uomo e Dio: è Lui stesso l’Agnello di Dio in cui avviene la riconciliazione con tutte le Sue creature viventi.
E allora, per Pasqua è proprio necessario passare dal macellaio oppure è meglio ricordarsi il versetto dell’Ecclesiaste: “ Non esiste superiorità dell’uomo rispetto alle bestie”? Aiuteremmo così anche a sfamare il mondo. Questo ora lo sappiamo.

6.4.09 -domeica delle palme

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