domenica 19 ottobre 2008

"BELLA" MA CHIUSA


17.10.2008 - Un parere un po’ diverso sul cinema si può anche avere. Non sulle location ma sulle rassegne. Scorrendo l’alfabeto di un immaginario dizionario, alla lettera B incontro Bella Film Festival. Stranamente mi scatta nella mente un passo del vangelo apocrifo di Tommaso in cui si dice che un giorno Gesù pose un quesito agli apostoli: “Ditemi. Riempio d’acqua fino all’orlo un bicchiere: che cosa contiene il bicchiere?” Tommaso rispose: “Acqua, ma contiene anche il vetro di cui il bicchiere è fatto”. E Gesù: “La cosa più importante non l’hai detta però”. E l’altro: “Al suo esterno contiene tutto il resto dell’universo, anche le rondini, le nuvole, le stelle”. “Allora perché vi curate soltanto di una parte del bicchiere?
Il Bella è alla quinta edizione ed è fedele al tema della questione meridionale che “permette di attingere da un’area che rappresenta, geograficamente parlando, il meglio della produzione cinematografica contemporanea”. Così chiosa il suo direttore Giacomo Martini. Allora perché, a cinque anni dalla fondazione, il Bella si è fermato all’acqua nel bicchiere trascurando ciò che può contenere all’esterno? Forse perché il tema non riesce ormai ad interessare neppure i meridionali? Forse perché il paese, collocato all’interno della regione, non attira rondini cinefile? Forse perché non ha sufficienti strutture ricettive per ospitare adeguatamente le stelle? Forse perché manca di coinvolgenti attrattive parallele capaci di trasportare sulle nuvole dei sogni? Forse perché manca di un piano di marketing promozionale in grado di far conoscere il festival se non all’universo ma almeno al’Italia festivaliera? Eppure Martini dirige il festival di Porretta Terme e in più la prestigiosa Mediateca dell’ Emilia Romagna. Perché allora si umilia a salire, risalire e ancora risalire le scale degli enti pubblici lucani resistenti a capire che un bicchiere d’acqua semivuoto non giova a nessuno? Fuor di metafora, perché non fanno davvero una cernita di quelli che possono essere i POCHI grandi eventi capaci di qualificare la Basilicata? Perché non modificano la logica spartitoria che sovvenziona “tutto e tutti”? Finanziano cioè quasi il 95% delle manifestazioni proposte con un contributo massimo del 30%.
Non voglio dire che la marea di manifestazioni, soprattutto estive, non debba esistere, ma perché non programmare una limitata serie di eventi di grande prestigio che vada al di là di Eboli, e contribuire così anche a far sbiadire l’immagine appiccicataci addosso da Levi & C. che tanto resiste? Perché questi enti continuano imperterriti a semiriempire il bicchiere? Per incapacità culturale o per bassa e selvaggiamente democratica forma di ricreazione collettiva?
Tutto ciò non fa che alimentare nei “cinematografari” locali la mentalità dell’orticello. E cioè la incapacità ad un lavoro di squadra. In verità il Ministero dei Beni Culturali e l’assessore Autilio hanno lodevolmente raccolto intorno ad un tavolo tutte le associazioni lucane di cinema per proporre loro di realizzare anche in Basilicata, così come già si sta procedendo nelle altre regioni, il Progetto Unico che intende promuovere qui un grande festival cinematografico distintivo alla cui realizzazione sino state chiamate a lavorare insieme le predette associazioni. Le quali, ciò è importante, non perderebbero la loro individualità, nel senso che continuerebbero a svolgere la propria attività senza perdere gli abituali contributi locali e/o ministeriali. Nonostante tale assicurazione, le tre riunioni finora tenute, vivacissime, non sono approdate a nulla perché di tutte le associazioni due di esse (il Bella escluso) dicono di no al Progetto e difendono il proprio orticello: per l’ambizione di voler essere i soli in regione ad alzare polvere…di stelle? O di voler apparire oltre Eboli come gli unici “veri” operatori cinematografici territoriali? O perché temono di vedersi ridotti i contributi? Non mi interessa sapere la vera ragione ma è certo che queste due associazioni-orticello fanno un danno alla Basilicata non soltanto in termini di immagine, di mancata affluenza di risorse aggiuntive, di cultura, ma anche di ordine economico per la mancata attivazione dell’indotto. Forse queste due associazioni vogliono continuare a guardare soltanto nel proprio bicchiere. Per fortuna che, dalle notizie che ho, nella prossima riunione si deciderà comunque di avviare il Progetto. Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è!
Ancora una nota: sia il Ministero, sia Autilio, sia il Progetto richiedono che si proponga un tema caratterizzante questo festival regionale. Nessuna associazione ha ancora partorito una sola idea! Forse perché sono tutte prese dal curare soltanto una parte del bicchiere? Chissà, ma voglio essere ottimista.

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