Per nove anni ho insegnato all’Università di Messina. Per nove anni ho fatto visita, di tanto in tanto, ad un mio amico, a Palermo. I suoi due splendidi bambini mi mettevano allegria. Però, debbo confessarlo, ancora di più me la mettevano i dolci e i dolcini vari che la loro madre mi faceva trovare ogni volta.
Un giorno, ed era di carnevale, moglie e marito mi presentarono (con faccia da sfottò) un vassoio di dolci mai visti: i Biscotti di San Martino. Prima delle labbra furono i miei occhi a sorridere! Anche i bambini erano festosi per quei colori e quei profumi.
Più per un fatto sentimentale che per convinzione, condivisi con loro i biscotti, ma in cuor mio pregavo perché non ne mangiassero troppi. Dopo il terzo biscotto dissi loro : “Basta adesso, bambini, lasciamo qualche biscotto per l’angelo del cielo”. Era un detto popolare lucano per frenare l’ ingordigia infantile. Io però, più che l’ angelo del cielo, intendevo un Angelo (con la ‘A’ maiuscola) tutto terreno, cioè me stesso….
Mi andò bene….e quel giorno l’angelo del cielo rimase tra le nuvole a respirare il profumo di quei biscotti, soltanto il profumo… Ma era carnevale e…ogni dolce vale!
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