Scorreva l’ adolescenza da favola assieme a Franco e Iuccio, Rocco e Armando, che messi insieme ci chiamavano Compagnucci Inseparabili: casa, scuola, giochi, pernacchie a chi sembrava tutto da ridere e a donne dal sedere enorme. E anche ad apprendere parole di sesso da infiammare la testa e tradurle in liquido caldo nelle mani. E anche la libertà della lingua con l’inventarci parolacce nuove ad uso pubblico e mai domestico. Pena… sonori schiaffoni didattici a scattare in casa. E anche a far nostro il lusso di sognare un futuro di archistar, pittore, attore, scrittore, musicista, giocatore e cantante da sanremo. Tutte desideri da mito. Solo un amico aggiungeva “io farò il donnaiolo”. Lo ripeteva soprattutto quando c’era la luna piena. Forse i suoi raggi gli davano alla testa….
Mai a sognare la zappa. Troppo pesante e rompeva la schiena. Però andavamo per campi a rapinare ciliegie dagli alberi e uva dai tralci e immancabilmente inseguiti dai cani padronali.
Nessuno di noi ha varcato la soglia del mito sognato. Chi si è fatto medico, chi ingegnere elettrotecnico, chi professore universitario. E anche chi si è fatto… scheletro prima del tempo.
(dal volume “La stanza”)
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