lunedì 13 luglio 2020

I VECCHI D'ESTATE




Racconta Peter Medwar, Premio Nobel per la medicina: “Un barman riempie alla spina un boccale di birra e nel porgerlo al cliente urta contro il bancone. Il boccale va a pezzi. Riempie allora un altro boccale e nel porgerlo anche stavolta urta il bancone, ma il boccale non si rompe. Perché questa differenza? Il primo boccale era bello, dal vetro poco appannato, ancora bello ma vecchio. Il secondo era trasparente, brillante e giovane. Il primo aveva accumulato una serie di minuscoli danni alla propria struttura. Il secondo era un boccale giovane il cui materiale era in grado di assorbire gli urti.”
 
---- Breve commento: noi invecchiamo “non” perché viviamo – è un processo irreversibile – ma perché “esistiamo”. Man mano che andiamo avanti negli anni il corpo invecchia. Il tempo lascia il segno sul viso e il viso si appesantisce, sul corpo e il corpo si appesantisce. Tutto si rallenta: muoversi, camminare, pensare, parlare, eccetera. ---- Si diventa sempre meno “adatti”, direbbe Darwin, a stare in mezzo agli altri. Non più ambizioni, rischi, curiosità, non più avidità di sesso.
Soltanto una cosa rimane viva: il BISOGNO DI AFFETTO, da dare e da ricevere.
Capita che chi parte per le vacanze SPESSO dimentica che il vecchio “esiste” …. ED E’ SOLITIUDINE.

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