Penso
alla situazione politica italiana delineata alla riunione del PPE il
12 scorso e mi viene in mente un racconto del famoso subcomandante
Marcos: “C'era una volta un pappagallo che sapeva dire solamente
“vittoria!”. Ebbene, cari lettori, i giorni passavano e in uno di
questi capitò che il nostro povero pappagallo se ne stava tutto
distratto sul suo trespolo; uno sparviero gli mi se addosso gli
occhi e se lo portò via con sé nei cieli del Signore. Il poveretto,
vedendosi perduto cominciò a lamentarsi, ma riusciva a pronunciare
soltanto l'unica parola che sapeva a memoria. Ad ogni morso che gli
dava lo sparviero, il pappagallo gridava: “vittoria!”. Gliene
dava un altro e lui “vittoria!”; gli strappava una zampa e lui
“vittoria!”; gli staccava un'ala e lui “vittoria!; e così,
pezzo dopo pezzo, gridando sempre “vittoria!”
Adesso sostituite “vittoria”
con “democrazia”, “indipendenza” o “giustizia”. Al posto
del pappagallo potete mettere il politico che volete” (Racconti per
una solitudine insonne, Mondadori, Milano 2001).
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